Non ho voglia di sorridere dopo il ritrovamento dei due fratelli di Gravina. Non si può morire così a causa della cecità dei "grandi". La verità è sempre così semplice che ogni essere umano cerca di complicarsela. E pensare che erano a pochi passi da casa. Sembra, tra l'altro, che un bambino abbia parlato ad un funzionario di polizia dell'esistenza di alcuni pozzi dove i bambini si recavano per dimostrare ai coetanei di "essere coraggiosi". E pensare che ci si è accaniti così tanto contro un "genitore violento e cattivo". Ormai, secondo alcune trasmissioni televisive, non si può cadere dentro un pozzo, non si può scivolare. Si è stati sicuramente rapiti. L'audience ci obbliga ad immaginare un bambino scomparso in qualche città lontana migliaia di chilometri da casa, in compagnia di chissà quale orca cattiva desiderosa di un figlio proprio o di chissà quale pedofilo. Ma sono in fondo ad un pozzo. Un bellissimo film che ho visto più volte e rivedrò chissà quante volte: Il silenzio degli innocenti. Il dottor Lecter aiuta Clarissa nelle indagini, suggerendole che la prima vittima di un serial killer è sempre il primo oggetto dei suoi desideri repressi. Quindi: la scoperta della verità nasce dalle considerazioni più semplici. Purtroppo a Gravina, evidentemente, quel film non l'hanno mai visto.
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giovedì 28 febbraio 2008
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