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domenica 18 maggio 2008

Il punto (con una lacrima sugli anni '80)


Ho scattato foto e ne ho guardato molte in questo periodo (mie e degli altri). Non ho scritto niente. Ho pensato molto. Ho fatto il cosiddetto "punto della situazione", guardando sempre avanti, senza recriminazioni sul passato (trappola mortale nella quale sono caduto tante volte nella vita). Certo, ho guardato tante foto del passato, ma questa è un'altra storia. Ho pensato tanto agli anni '80, classificandoli come "il mio medioevo". Voglio precisare una cosa. Nei secoli passati si è discusso tanto sul medioevo (quello vero) e lo si è rivalutato. Non più un periodo oscurantista, scevro di ingegno, ma un'era durante la quale l'uomo ha preparato il campo all'era illuminista (Jacques Le Goff). Ebbene, il mio medioevo, pardon gli anni '80, è stato molto denso di avvenimenti che hanno preparato il campo al mio futuro. Apparentemente, non è avvenuto niente di positivo, ma ho costruito "me". Purtroppo nel 1985 ho perso mio padre. Quante cose avrei voluto mostrargli di me! Tre mesi dopo la sua fine sono stato assunto alle poste (concorso nel quale credeva tanto, visto che i miei studi universitari andavano molto a rilento). Cinque anni dopo ho conosciuto la mia futura sposa che avrebbe apprezzato tanto, sicuramente. Chiusa parentesi. Nel 1985 ho "conosciuto" anche Stromboli. L'ile de Dieu, come scrisse Rossellini nel titolo del suo film. Ho cominciato da lì a conoscere il mondo e non virtualmente come si usa adesso. Ho cominciato a frequentare: i mille ceti, le mile razze, le mille teste. Anche il mio lavoro mi ha aiutato tanto in questo. Anche il servizio di leva. Già! Nel 1985 sono partito per fare il soldato. Quante cose in un anno! Fondamentale. Lì ho conosciuto anche i primi furbi, i primi ladri, i primi ruffiani, i primi culattoni. Ho conosciuto il mondo. Mio fratello mi aveva preannunciato che il servizio militare era un "microcosmo". Non c'era mio padre per le ultime raccomandazioni finali, quindi mi parlò lui. Certo, ho conosciuto la vita. Sono uscito per la prima volta da casa, lontano per mesi a centinaia di chilometri. Non ho avuto particolari traumi per questo. Vedevo tanti militari accanto a me soffrire tantissimo per la lontananza. C'era chi, per telefono, raccontava alla propria ragazza tutti i problemi perchè "era giusto che soffrisse insieme a lui"!. Si rideva tantissimo, però. Quello si. C'era quindi anche tanta spensieratezza. Si ascoltava tanta musica che mi è rimasta dentro per sempre. Chissà, forse perchè (lo ammetto) è stato un periodo indimenticabile.

1 commento:

TrecceNere ha detto...

Tutto ciò che nel bene e nel male ci lascia una traccia ci fa sentire il succo della vita..ciò che non scorderemo l'avremo imparato.
Emozionante racconto.
Un abbraccio, direttore :)