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domenica 14 dicembre 2008

Scusa Fabrizio


"Mi considero vittima di un drappello di Sioux, che dovevano dimostrare il loro valore e ai quali il popolo bianco non lascia altro modo per guadagnarsi da vivere”. Così scriveva Fabrizio De Andrè, parlando dei carcerieri che lo avevano segregato per ben quattro mesi insieme a Dori Ghezzi. Si disse che li perdonò, che non li denunciò neanche. Permettemi. Anche se tra un sequestro per quattro mesi ed uno di appena mezz'ora c'è una grandissima differenza, io non mi sento nè di perdonare, nè di giustificare, ma forse soltanto di capire. http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Sequestrato-direttore-per-rapina-alle-Poste/1558993?ref=rephp Sono stato: prelevato sotto casa, minacciato di percosse, di avere distrutto la macchina e la mia abitazione "fino all'ultimo chiodo". Poi, quel che è più grave, minacce contro la mia famiglia. Non potrò mai più dimenticare quei lunghissimi brevi minuti. Il tempo mi aiuterà senz'altro, ma per adesso sono troppo scosso. Sono stato fortunato, lo riconosco. Non mi hanno picchiato, forse perchè sono stato "bravo", accondiscendente, perchè non ho cercato di fare l'eroe. Dicevo che posso capire. Capire che è una libera professione anche quella. Rischiosa e non sempre "produttiva". Si, ma io che c'entro? Sono solo uno strumento, lo so. La violenza non è solo fisica, però. E' una violenza subdola che ti lascia ferito dentro, che non ti fa, nel mio caso, ritornare la voce, dormire la notte se non con 20 gocce di tranquillante. Adesso? Come farò a guardare le persone in faccia, io che già ero riconosciuto in quella graziosissima frazione dove lavoro come "il direttore che babbia e che ride sempre"? Mi è stato detto che in fin dei conti è stata un'esperienza di vita. "Un giorno ci riderai su" mi hanno detto. Forse hanno ragione, ma adesso è troppo presto. Fabrizio, scusami, non la penso come te. Ci sono centinaia di indiani nel nostro paese che scendono di casa all'alba per guadagnarsi uno stipendio e migliaia che non sanno come campare la famiglia. Non posso comprendere chi manca di rispetto a tutti loro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Luigi, credo di avere compreso che tu sei il direttore che è stato sequestrato recentemente nella zona di Monreale per rapinare il tuo ufficio. Credo che le parole di solidarietà non possano essere sufficienti per mitigarti le conseguenze che hai subito. Penso che ti possa fare ancora più forte pensando al tesoro che è la tua famiglia e al tuo poliedrico valore:. Mi hai gentilmente gratificato scrivendo sul mio blog che io “mancu paru un prufissori”; lo stesso posso dire di te, dopo avere visitato il tuo blog, cioè “mancu tu pari un impiegatu statali” (anche se direttore). Ciao! Giovanni.