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sabato 7 febbraio 2009

La vita è bella (in qualsiasi forma)

"Nel 1938, Hitler decise di mettere in atto quanto progettato, prendendo come occasione il caso di un bambino nato con gravi handicap ai coniugi Knauer. Sembrerebbe che il neonato fosse cieco, che, inoltre, i medici gli avessero diagnosticato anche una condizione di “idiotismo”, nonché sofferente di convulsioni. I genitori, dopo averne chiesto il ricovero, si rivolsero direttamente A Hitler perché concedesse l’autorizzazione a sopprimerlo. Il Fuehrer diede incarico al suo medico di scorta, Karl Brandt, di visitare il neonato, di consultare i medici precedentemente interessati alla vicenda e, qualora avesse riscontrato corrispondere al vero le condizioni che venivano denunciate nella supplica, di provvedere all’uccisione del bambino.Il bambino fu ucciso. Hitler decise quindi di dare ordine a Brandt e Bouhler, nominati suoi plenipotenziari per l’eutanasia infantile, di dare il via ad un apposito programma di soppressione dei bambini con difetti fisici o mentali."
Tratto da "Aktion T4 Eutanasia, le radici dello sterminio" di Aldo Pavia e Antonella Tiburzi


Successivamente il progetto, nato per i bambini deformi, venne esteso a tutti i disabili, di ogni età. Fu l'inizio dell'olocausto.

Si ringraziano gli autori ed il Comune di Roma – Assessorato e Dipartimento alle Politiche Educative e Scolastiche - Fondazione Memoria della Deportazione - ANED Roma

Nella foto le due sorelle Hensel (Abby e Brittany), che sono nate, vivono, un giorno moriranno insieme e, soprattutto, dichiarano di essere felici di vivere.

La vita è un dono. Nessun uomo ha diritto di togliere la vita ad un suo simile.

1 commento:

Maxdog ha detto...

Concordo, Luigi.

Con una sola eccezione.

Sono fermamente convinto che ciascuno possa disporre della propria vita, anche rinunciandovi se ritiene.

E che sia giusto che altri, in caso di manifesta ed esplicita intenzione, possano provvedere a questa rinuncia qualora la persona in questione di trovi in condizioni di non poterlo fare da sé.

Perché sono convinto che non ci sia nessun dio, e che la vita appartenga alla persona che la vive, non all'etica, alla morale, alla Chiesa.