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venerdì 13 marzo 2009

Falsità sulla crisi


Da una trasmissione di Giuliano Ferrara su Radio 24: "La crisi sta investendo il mio settore, mentre, al contrario, i lavoratori stanno avendo benefici dalla recessione" , afferma un imprenditore. Falso, falso, falso, falso, falso. Ogni imprenditore vive grazie alla collaborazione di decine, centinaia, migliaia di lavoratori (in proporzione alla grandezza della propria impresa).  L'imprenditore se non vuole fallire deve tagliare. Tagliare equivale a licenziare. L'imprenditore deve licenziare. L'imprenditore se non licenzia è un imbecille. L'unico che può essere licenziato è l'operaio. L'operaio viene licenziato. Fine della teoria: durante la recessione, l'imbecillità di un imprenditore si misura dal numero degli operai che non verrnno licenziati. Di conseguenza, come fa una recessione a danneggiare in prima persona gli imprenditori? Ogni giorno, leggendo qualche notizia di borsa, mi colpisce sempre la solita frase: "La flessione che ha investito il titolo XXXX porterà al licenziamento di 3000 persone. In media 3000 persone hanno 2 figli a testa. Che tipo di benefici avranno i 6000 ragazzi che devono mangiare e costruirsi un futuro con un padre licenziato o cassintegrato? Vuoi vedere che la colpa della crisi è dei lavoratori? Ma una cosa è sicura, per concludere. La crisi, o recessione che dir si voglia, sta facendo bene, e non poco, a centinaia di giornalisti che ogni giorno scrivono, scrivono, scrivono. Ma che cosa scrivono? Stanno scrivendo la propria  pensione, più corposa di quella improbabile ed incerta  di un operaio.

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