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domenica 22 marzo 2009

La miseria (non quella vera)


"Non ti addormentare che le scarpe mi prendo!" Diceva il bambino ad un soldato americano ubriaco. Il soldato si addormentò e il bambino le scarpe si portò. Non è una favola, ma un fatto realmente accaduto a Palermo, dopo lo sbarco degli alleati. E' solo un esempio per introdurre l'argomento, perchè mi ricordo di questa storia, raccontatami da mio padre. E' nota la famosa espressione "togliere le scarpe mentre uno cammina", che equivale ad attribuire astuzia o furbizia a qualcuno. In Sicilia è un complimento. Che strano (o forse non lo è), da noi l'unità di misura dell'intelligenza è la furbizia. Un mio amico  l'altra stasera ha fatto presente al commesso di un ipermercato che aveva battuto per errore lo scontrino per la metà del prezzo. Mio figlio ha trovato un portafogli pieno di  soldi ed abbiamo messo a ferro e fuoco la città per restituirlo alla legitttima proprietaria, tra l'altro riuscendoci. Per alcuni non siamo furbi. Di contro, c'è chi non restituisce un "resto" esagerato e dice, soddisfatto: "Peggio per lui che ha sbagliato" Ma, in fin dei conti, non ti accorgi che dài l'autorizzazione al tuo prossimo di fare lo stesso con te?. Cosa dirai allora? "Mi sono fatto fregare", oppure, "Sono stato un fesso!". Da cosa nasce tutto questo? Dalla miseria, questo è ovvio. La miseria è una cosa tremenda che noi siciliani ci porteremo dentro a vita sotto forma di incubo. Fossimo anche ricchissimi o "importanti" per una invidiabile posizione sociale, dobbiamo prenderci qualcosa a "suvicchiaria!. Mi ricordo uno splendido, ma drammatico, film di Luis Bunuel che ho visto tantissimi anni fa. In esso la miseria era splendidamente rappresentata con una magistrale regia. La miseria portava a rubare, ad uccidere, a rinnegare se stessi, ma era autentica, cruda. San Tommaso definiva la povertà come la mancanza del superfluo, e la miseria come la mancanza del necessario. Ma quale necessario ci manca che oggigiorno abbiamo tutto?  Intendiamoci, non parlo di chi sta veramente male, ma di chi ha da sempre l'abitudine di "chiancere miseria!". Purtroppo la miseria è nel DNA. E' una paura di tipo animalesco. Mio padre mi diceva: "Se dai a mangiare ad un cane per tutta una giornata, lui si ingozzerà fino a stare male, perchè non sa se nei giorni a venire troverà cibo ed allora si deve cautelare". Ma a scuola non ci hanno insegnato che noi esseri umani abbiamo il dono della ragione? Evidentemente.........


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